Graziani: “Felipe Anderson impressionante”

Graziani: “Felipe Anderson impressionante”

Francesco Graziani, oggi opinionista televisivo, è stato un grande attaccante. Campione del Mondo con la Nazionale italiana nel 1982, Graziani ha vinto anche un campionato italiano con il Torino nel 1976, due Coppe Italia con la Roma nel 1984 e nel 1986 e una classifica di capocannoniere nel 1977. Da allenatore ha vinto un campionato di Eccellenza con il Cervia nel 2004/2005 ai tempi del reality show “Campioni” in onda su Italia 1.

Lo abbiamo intervistato a margine della conferenza stampa di presentazione della manifestazione “Un Campione per Amico” che lo porterà su dieci piazze italiane ad insegnare calcio agli studenti.

Graziani, la Juventus è vicina ad un altro titolo italiano. Trionfo meritato?

“Sicuramente. La Juventus è la squadra più forte. Oltre ad un punteggio eclatante in campionato, può andare avanti anche in Europa”.

Quale giocatore della Serie A entusiasma gli appassionati in questo momento?

“Senza ombra di dubbio Felipe Anderson. E’ la più bella espressione calcistica attualmente, il giocatore che è migliorato di più. Ogni giorno mi impressiona sempre di più”.

Le delusioni di questa annata?

“Le milanesi, Inter e Milan sono troppo in ritardo in classifica e presentano grandi difficoltà di gioco”.

Come vede Inzaghi allenatore?

“Inzaghi è bravo, ma delle volte non basta. Ha passione, è un uomo di campo, ha studiato a Coverciano e fatto gavetta nel settore giovanile. E’ pronto. Tuttavia non ha il materiale giusto a disposizione e non ha avuto neanche fortuna”.

Come mai stiamo attraversando questo periodo difficile?

“Ci sono troppi stranieri e facciamo fatica. Sono molto preoccupato per il futuro perché non vedo tanti talenti in giro. Soprattutto in attacco. In chi mi rivedo? Matri e Pellè sono i giocatori che per movimenti più mi somigliano”.

Ha definitivamente abbandonato la carriera da allenatore?

“Nella vita mai dire mai. Forse quando ho avuto le possibilità per esprimermi non sono stato tanto bravo o fortunato. Delle volte è mancata la società. Fare l’allenatore è difficile, per riuscire occorrono diverse componenti. Devi capitare al posto giusto al momento giusto. Negli ultimi anni ho fatto una scelta di vita, quella di dedicarmi completamente al lavoro da opinionista e ne sono felice”.