Oltre ai numerosi risultati raggiunti in 24 anni di impegno politico (dall’aumento delle pensioni minime alla patente a punti, dai tempestivi interventi dopo il terremoto in Abruzzo agli importanti accordi internazionali) un altro dei grandi meriti di Silvio Berlsuconi è stato quello di appassionare a questo mondo i suoi pupilli calciatori che hanno avuto il piacere di conoscerlo come presidente del Milan.
Ultimo in ordine di tempo a raggiungere un grande risultato è stato il mai dimenticato George Weah. Dal gennaio del 2018 Weah è il presidente della Liberia, ha ottenuto il 61,5% dei consensi, battendo il vice-presidente uscente Joseph Boaki, fermo a 38,5%. Weah succede a Ellen Johnson Sirleaf, la prima donna presidente africana.
Dal 1995 al gennaio del 2000, Weah ha vestito la maglia del Milan vincendo due scudetti e segnando una caterva di gol, molti di questi di pregevole fattura come quello realizzato al Verona nel settembre del 1996 dopo aver attraversato tutto il campo seminando avversari e piazzando poi la palla all’angolino basso. Ho avuto il piacere di conoscere di persona Attilio Gregori, portiere gialloblù di quel campionato, al quale scherzando ho lasciato questo messaggio: “Resterai nei secoli nelle clip calcistiche perché quel gol di Weah lo faranno rivedere per sempre e tu sei stato il portiere che ha subito gol: questo è il merito più grande della tua carriera”. Lo spogliatoio del Milan si ricorda di Weah come di un ragazzo alla mano, capace di scherzare sempre con tutti e di festeggiare nel migliore dei modi ogni vittoria. Particolare il suo legame con Marco Simone, altro grande attaccante del Milan di quei tempi. Weah amava dormire per terra perché i materassi erano troppo duri, quasi per mantenere un legame con la sua terra. Un popolo e una nazione molto povera, molte volte è stato proprio Weah a finanziare le trasferta della selezione calcistica della Liberia. In molti si ricordano di lui per aver inventato la frase: “Ciao a tutti, belli e brutti”.
Weah è in piacevole compagnia: alla politica dal Milan si sono avvicinati anche Giovanni Galli (candidato a sindaco di Firenze nel ballottaggio perso con Matteo Renzi e poi candidato all’Europarlamento), Andriy Shevchenko (con il partito Avanti Ucraina con il quale ha sfiorato l’ingresso in Parlamento, prima di diventare il commissario tecnico della Nazionale) e Kakha Kaladze (a fine ottobre 2017 è diventato sindaco di Tbilisi dopo essere stato vice presidente della Georgia e Ministro dell’Energia e delle Risorse Naturali).
Tutti hanno avuto una guida, Silvio Berlusconi, in grado di lasciare una traccia positiva. Un’altra vittoria del berlusconismo.