Troppo Italiano per il nostro calcio

Troppo Italiano per il nostro calcio

Dopo due giornate del campionato di Eccellenza laziale, nel girone A in testa alla classifica cannonieri troviamo Stefano Italiano, classe 1989. Nato come terzino sinistro, la sua carriera poteva toccare alti livelli quando tra il 2007 ed il 2009 si interessò alle sue prestazioni il club inglese del West Ham. Un lungo corteggiamento, finito male. Italiano rimase in Italia e continuò a girovagare tra Serie D, Eccellenza, Promozione e perfino Prima Categoria che per uno con la sua classe proprio non è il massimo. Inutile aprire un altro dibattito sulla esagerata presenza di stranieri nel nostro calcio perché se andiamo di logica abbiamo ragione noi: dando la possibilità ad un Italiano qualsiasi di giocare con i migliori, questo giocatore cresce e migliora fino a diventare affidabile e in grado di disputare da protagonista campionati di alto livello. Stefano, però, paga il suo cognome troppo “italiano”. Detto fatto e nella scorsa stagione Italiano si è ritrovato a giocare a Capena, in Promozione. Poi la squadra è sparita, non si è iscritta al campionato 2015/2016 e Italiano è rimasto a casa, senza nulla in mano. Con tanti giocatori che faticano a mettere insieme due palleggi, vedere Italiano “disoccupato” è un insulto al gioco del calcio. All’ultimo giorno utile si è fatto avanti il Fonte Nuova che ha subito dovuto far fronte ad una serie di infortuni nel reparto offensivo e alla prima giornata Italiano è sceso in campo con la maglia numero dieci, nel ruolo di unico fantasista dietro al numero nove (tra l’altro un difensore, il greco Ilias Aspridis). Contro l’Atletico Vescovio, all’esordio, è arrivata una magia su punizione, marchio di fabbrica: sinistro a giro sotto l’incrocio. Una settimana dopo, a Montecelio, la doppietta: prima una punizione leggermente deviata e al calcio d’inizio del secondo tempo il pallonetto da centrocampo che ha sorpreso il portiere avversario. Insomma, ecco un’altra storia “italiana” da raccontare. Vediamo cosa accadrà nelle prossime 32 giornate di campionato, intanto, cari direttori sportivi, ricordatevi che Italiano, nel calcio, non è poi tanto male.