Paolo Armeni, una vita da direttore sportivo

Paolo Armeni, una vita da direttore sportivo

Il direttore sportivo Paolo Armeni (quest’anno al comando del settore giovanile dell’Albalonga) è stato nostro ospite lunedì scorso, 23 gennaio, alla puntata de “Il Calcio Sul Web” su Essere Web Radio. Tanti i temi affrontati, dal ruolo di un ds alla sua carriera passando per il momento del calcio italiano. Ecco alcuni spunti della nostra chiacchierata.

IL RUOLO DEL DIRETTORE SPORTIVO – “Nel tempo la figura è cambiata, ma il ruolo resta sempre lo stesso. Molti presidente pensano che il lavoro del direttore si esaurisca in estate con la costruzione della formazione. In realtà non è così. Un vero ds deve essere sempre presente al campo sportivo. E’ un po’ come il padre di famiglia dove l’allenatore è una moglie e i giocatori dei figli. A febbraio inizia la costruzione dei gruppi degli anni successivi. Come mi avvicino ai giocatori? Una volta era tutto più bello. Andavo a vedere la partita, mi appostavo vicino ai genitori per capire il nome del giocatore che mi interessava e successivamente cercavo di individuare il padre. Oggi c’è un mezzo che domina ed è Facebook dove lascio sempre immediatamente il mio numero di cellulare. E’ opportuno comportarsi bene con tutti”.

LA CARRIERA – “Ho capito di poter intraprendere questa attività quando ho vinto il campionato a Marino. Poi sono tornato al Villanova dove abbiamo costruito qualcosa di importante. Siamo andati vicini alla vittoria del campionato di Eccellenza. Un giorno siamo entrati nello spogliatoio della squadra e abbiamo fatto presente ai giocatori le difficoltà per salire in Serie D legate al campo sportivo. Il Ferraris di Villanova necessitava di lavori strutturalmente impossibili da realizzare. Tuttavia abbiamo sempre chiarito che in caso di promozione una soluzione si sarebbe trovata. Qualcuno ha interpretato male le nostre parole, peccato. A Villanova si poteva costruire qualcosa di importante, ma il presidente e mio fratello Altemizio Armeni ha fiutato l’affare e si è spostato a Roma. Ha fatto bene. Poi le nostre strade si sono divise. Ora sono ad Albano, una piazza importante”.

IL MOMENTO DEL CALCIO ITALIANO – “La mancanza di soldi ha portato i presidenti a puntare sui giovani, paradossalmente un bene per noi. Ormai non gira più la moneta nel calcio, le sponsorizzazioni in alcuni casi sono calati dell’80 per cento”.