Giocare a calcetto nel Lazio? Ecco perché occorre attendere

Giocare a calcetto nel Lazio? Ecco perché occorre attendere

Occorre attendere per tornare a giocare a calcetto. Tutti i circoli aspettavano il via libera per il 25 giugno, ma non è arrivato. Il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora con una nota sulla sua pagina social ha fatto capire a tutta Italia che lui era per la riapertura, ma evidentemente non erano dello stesso avviso il Presidente Giuseppe Conte ed il Ministro Roberto Speranza.

Anche nel Lazio le associazioni sportive ed i circoli che di solito affittavano i campi di calcio a 5 e calcio a 8 sono in attesa di poter riaprire, anche senza permettere ai praticanti dell’attività sportiva di effettuare la doccia. Sul tema è intervenuto il consigliere regionale Laura Cartaginese (Lega).

“Il Governo e la Regione Lazio continuano a non assumersi responsabilità, neanche sugli sport di contatto. Così si mandano in crisi i circoli e le associazioni sportive, oltretutto dopo aver compiuto il solito errore di diffondere notizie contraddittorie a tutta la popolazione causando ulteriori disagi agli imprenditori e a tutti i responsabili coinvolti e costretti a non poter dare risposte certe alle numerose domande e segnalazioni. Sul tema degli sport di contatto il Ministro Vincenzo Spadafora ha chiesto pubblicamente al Presidente Giuseppe Conte e al Ministro Roberto Speranza di rivedere la propria posizione. Anche nella Regione Lazio da giorni vediamo persone e ragazzi che giocano nelle piazze, nelle strade, sulle spiagge e nei parchi pubblici: senza ombra di dubbio sarebbe più giusto e sicuro vederli giocare nei centri sportivi dove si potrebbe rispettare il protocollo seguendo tutte le regole previste. Anche il Ministro Spadafora ha sottolineato i due aspetti negativi di questa vicenda: le associazioni sono costrette a non lavorare licenziando i dipendenti e c’è il rischio di diffusione del Covid-19 in luoghi senza sanificazione rendendo vani gli sforzi compiuti fino ad ora. Insomma, il Governo non riesce a mettersi d’accordo e chi è al comando della Regione Lazio resta a guardare, mentre c’è chi perde il lavoro e si rischiano nuovi focolai”.