Una carriera di gol e assist, ma soprattutto di una finta che è diventata celebre nel calcio laziale. Gabriele Ognibene anche domenica scorsa, il 4 ottobre, in occasione di Ladispoli-Montecelio 3-2, ha effettuato il classico movimento a rientrare dal fondo del campo con preciso cross sul secondo palo per il colpo di testa dell’attaccante di turno oppure del giocatore avanzato in quella situazione. Un’azione che ha permesso a tanti bomber, più o meno occasionali, di mettere il pallone in rete per la felicità degli allenatori capaci magari di far passare per loro uno schema che invece è di unica proprietà di Ognibene. Un’ala vecchio stampo, capace di attaccare gli spazi, puntare l’avversario in velocità e all’occorrenza segnare in acrobazia in area di rigore. Unico punto a sfavore: un’allergia nei confronti della fase difensiva che spesso porta il giocatore a disinteressarsi nel momento degli attacchi degli avversari. Certo, in carriera ha pagato anche il suo carattere che lo ha portato spesso a rivolgersi in maniera sbagliata all’arbitro, subendo qualche evitabile cartellino di colore rosso. Domenica ad approfittare della giocata è stato Nesta che si è portato in attacco e di testa ha siglato la rete del momentaneo pareggio. Il compito di Ognibene quest’anno non sarà semplice perché dovrà cercare in ogni modo di portare alla salvezza nel campionato di Eccellenza un gruppo di giovani. Una delle tante piccole imprese della sua carriera, per un calciatore capace di fare bene in più piazze, in Serie D e in Eccellenza, da Ferentino a Frascati, da Guidonia a Trastevere e via dicendo. Tra i suoi gol più belli quello realizzato con la maglia del Cecchina contro il Guidonia in una partita persa dalla sua squadra per 2-1 nel campionato di Eccellenza 2011/2012, una mezza rovesciata su azione partita da calcio d’angolo esteticamente perfetta. In attesa di altre magie, siamo sicuri che nel tempo non scorderemo mai “la finta alla Ognibene”, per i difensori avversari una maledizione.